Modernizzandone l’impianto classico Anouilh riprende il tema della tragedia antica di Sofocle: Creonte contro Antigone. Eglidelinea il contrasto tra i bisogni di chi è al potere e le esigenze di una donna che non ammette compromessi con la propria coscienza.
Dice il Prologo: “Ecco. Questi personaggi vi reciteranno la storia di Antigone. Antigone è quella magrolina seduta laggiù, e che non apre bocca. Guarda diritto davanti a sé. Pensa. Pensa che fra poco sarà Antigone, che improvvisamente sorgerà dalla magra ragazza scontrosa e chiusa che in famiglia nessuno prendeva sul serio, e si ergerà sola di fronte al mondo, sola di fronte a Creonte, suo zio, che è il re. Pensa che sta per morire, che è giovane e che anche a lei sarebbe piaciuto vivere. Ma non c'è niente da fare. Si chiama Antigone e bisogna che reciti la sua parte fino in fondo... Da quando il sipario si è alzato, ella sente che si allontana a velocità vertiginosa da sua sorella, Ismene, che chiacchera e ride con un giovanotto; da noi tutti, che stiamo qui tranquilli a guardarla; da noi che non dobbiamo morire stasera...”
Il Cast
Il coro - Massimiliano Ramaciotti
Antigone - Francesca Giovannetti
Nutrice - Iliana Bellussi
Ismene - Martina Polacchini
Emone - Alessandro Carassai
Creonte - Carlo D'Adda
Giona - Alberto Ravaglia
Bodusso - Michelangelo Gardini
Euridice - Annamaria Valentinetti
Regia di Iliana Bellussi
Luci e Suoni
Fabrizio Schiavi
Scenografia
Valeria Manzoni